Banche, il caso di Luigino D’Angelo: si suicida, aveva perso 110.000 euro con il crack della Pop. Etruria

Si è impiccato. Dura lettera di accusa contro i dipendenti dell’istituto fallito. Pensionato dell’Enel, bruciati i sacrifici di una vita. Una villetta a schiera dove viveva con la …

Si è impiccato. Dura lettera di accusa contro i dipendenti dell’istituto fallito. Pensionato dell’Enel, bruciati i sacrifici di una vita. Una villetta a schiera dove viveva con la moglie e la suocera 90enne.

CIVITAVECCHIA – Sapevamo benissimo che il nostro articolo avrebbe suscitato tanto clamore. Quando un uomo si toglie la vita perché qualcuno gli ha portato via tutto non poteva non scuotere le coscienze delle persone. Quando a portare via tutto a quest’uomo, Luigino D’Angelo, 68enne di Civitavecchia non è un delinquente qualsiasi ma una banca e in questo caso Banca dell’Etruria allora la cosa non può che aggravare ulteriormente la portata di questa immensa tragedia.

Dipendente dell’Enel, i sacrifici di una vita. Una villetta a schiera dove viveva con la moglie e la suocera 90enne in via Ugo La Malfa a Civitavecchia.

Luigino D'Angelo

E’ lui stesso a raccontare, nero su bianco il suo calvario. Sono le 16 e 20 del 28 novembre quando salva la lettera scritta sul suo Pc disposto nella sala piena di fotografie e ricordi suoi e di sua moglie Lidia.

Alle 16 e 40 prende una corda, la lega nella ringhiera delle scale che conducono dal piano terra alla taverna e decide di farla finita.

La moglie stava preparando i vestiti per la sera, dovevano uscire, andare a cena con gli amici e poi a ballare. Invece l’ha trovato ormai privo di vita e in preda al panico e alla disperazione ha chiesto aiuto.

Sono arrivati subito gli aiuti ma inutili. Luigino aveva finito di vivere. Il sopralluogo degli agenti del commissariato di Polizia di Civitavecchia e del magistrato.

Saranno loro a ritrovare la lettera scritta sul pc perché la moglie, incalzata dalle domande, si era ricordata di averlo visto scrivere proprio lì poco prima.

Una lettera con molti refusi, segno di confusione e disperazione ma, allo stesso tempo, straordinariamente sintetica e concisa.

Un duro atto d’accusa mosso a tutte quelle persone, dipendenti della Banca dell’Etruria, che con lui avevano avuto a che fare in questi ultimi mesi.

Sì, perché quando la banca ha deciso di cambiare il suo profilo nell’investimento, da basso rischio ad altissimo, gli ha impedito, con mille scuse e mille espedienti (così ci racconta la moglie distrutta dal dolore) di rientrare in possesso del suo capitale di 110mila euro e un lingottino d’oro.

Nella lettera parla dei tentativi fatti, del responsabile titoli della banca che non gli ha mai detto realmente come stavano le cose. Del funzionario inviato dalla sede centrale di Arezzo (una donna) che ha continuato a rassicurarlo: “Luigino stai tranquillo, anche i miei genitori hanno fatto questo tipo di investimento. Se non fosse stato sicuro glielo avrei impedito io, non ti pare?”.

Luigino le ha provate tutte. Si è rivolto anche ad alcuni colleghi giornalisti per raccontare la sua storia. Ha contattato avvocati ed è andato pure nella caserma della Guardia di Finanza per sporgere una denuncia che però non è andata a buon fine.

Voleva che tutti sapessero cosa stava accadendo dal giugno di quest’anno ma non c’è riuscito.

Il colpo di grazia è stato il decreto “salva-banche” che ha azzerato tutte le azioni e le obbligazioni subordinate e mandato sul lastrico decine di migliaia di piccoli risparmiatori. Per lui più che la perdita dei risparmi di una vita, è stata l’umiliazione, quella presa in giro costante, che l’hanno privato poco a poco, oltre che dei soldi, della propria dignità.

Correntista da oltre cinquant’anni con la filiale di Civitavecchia della Banca dell’Etruria e prima di lui i suoi genitori. Quella fiducia violata. Un tradimento inaccettabile.

Abbiamo sentito anche i suoi amici. Nessuno mai avrebbe immaginato che l’epilogo fosse questo e fino a poche ore prima nessuno ha percepito alcun che.

Chiediamo alla signora Lidia di rendere pubblica quella lettera dove c’è la ferita mortale inferta dallo Stato ad un ITALIANO. Ancora una volta lo stato si è fatto carico di salvare la banca, le banche e non ha pensato e ancora non pensa alla sorte dei loro correntisti.

Sulla morte del pensionato sono intervenute anche le varie associazioni dei consumatori, Adusbef, Federconsumatori, che hanno espresso le condoglianze per la tragedia che ha colpito “un risparmiatore di Civitavecchia che si è suicidato dopo aver appreso di aver perso i risparmi di una vita investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e Lazio, oggetto dell’esproprio criminale del risparmio anticipato del bail-in”. Le associazioni hanno anche chiesto al procuratore capo di Civitavecchia di aprire un’indagine per verificare se il decreto sulla risoluzione delle quattro banche sia “compatibile con le norme penali e con la Costituzione”. E, secondo quanto si apprende, la procura di Civitavecchia avrebbe formalmente aperto un fascicolo sulla vicenda.

In un post pubblicato su Facebook Matteo Salvini ha parlato di “suicidio di Stato”. “Pensionato suicida a Civitavecchia perché, per colpa di Banca Etruria e di un governo assente, aveva perso i risparmi di una vita – attacca il segretario della Lega Nord – Un suicidio di Stato. Domani alle 15.30 sarò ad Arezzo (corso Italia 179) per incontrare i risparmiatori fregati da Banca Etruria, dall’Europa e dal governo”.

LEGGI ANCHE: Civitavecchia – Banca Etruria gli azzera i risparmi di una vita. Lui si suicida

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da EtruriaNews

________

Un pensionato di 68 anni (L.D.A.) si è tolto la vita a Civitavecchia per aver perso tutti i risparmi (circa 100 mila euro) a causa del provvedimento del governo per il salvataggio delle banche in fallimento che di fatto ha azzerato i conti degli obbligazionisti. L’uomo avrebbe spiegato il gesto in una lettera ritrovata sul suo computer.

Della tragedia, avvenuta il 28 novembre ma di cui solo oggi si è avuta notizia, si sono interessate anche le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori che hanno espresso le condoglianze per la tragedia che ha colpito «un risparmiatore di Civitavecchia che si è suicidato dopo aver appreso di aver perso i risparmi di una vita investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e Lazio, una delle quatro oggetto dell’esproprio criminale del risparmio anticipato del bail-in».

Le associazioni hanno chiesto al procuratore capo di Civitavecchia di aprire un’indagine per verificare se il decreto sulla risoluzione delle 4 banche sia «compatibile con le norme penali e con la Costituzione». E, secondo quanto si apprende, la vicenda sarebbe ora passata proprio all’attenzione della Procura di Civitavecchia.

Nella serata si sono susseguite diverse ricostruzioni secondo le quali il pensionato avrebbe perso oltre 100.000 euro investiti in obbligazioni subordinate della banca con sede ad Arezzo. Secondo alcune ricostruzioni, il biglietto d’addio non sarebbe stato trovato di fianco al corpo, ma sarebbe una lettera scritta sul proprio computer per spiegare le ragioni del proprio gesto: ragione alla base del ritardo con cui è stata collegata la notizia del suicidio al dissesto delle quattro banche commissariate, attualmente in risoluzione.

E proprio i titolari di obbligazioni subordinate di Banca Etruria si sono riuniti oggi presso la Borsa merci di Arezzo: «Avete salvato le banche, avete inguaiato noi», lo sconsolato ritornello ripetuto da diverse persone, con un pensionato che ha sottolineato di aver perso i 20.000 euro che aveva messo da parte nella vita lavorativa.

E proprio i titolari di obbligazioni subordinate di Banca Etruria si sono riuniti mercoledì presso la Borsa merci di Arezzo: “Avete salvato le banche, avete inguaiato noi”, lo sconsolato ritornello ripetuto da diverse persone.

________________

Risparmio tradito: dichiarazioni offensive del Ministro Padoan, che paragona i cittadini truffati dalle banche a profughi in fuga dalle guerre bisognosi di aiuti umanitari.

I test della Bce sulle banche italiane, aveva detto il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio al Senato il 6 maggio 2015 è solido. Il sistema bancario italiano “rimane solido e sta reagendo alla crisi”. “Nei prossimi giorni sarà approvato in via definitiva il dlgs sulla nuova direttiva sui requisiti di capitale” delle banche, secondo cui “sui mercati già si vedono gli effetti della riforma delle banche popolari, che sta avendo conseguenze positive su altri segmenti: per esempio le Bcc si stanno avviando verso un’autoriforma che permetta di aggredire in modo costruttivo il fatto che ci sono troppe banche e troppo piccole”.

Per decenni milioni di risparmiatori hanno bevuto le frottole di Bankitalia e le fandonie dei Governi secondo i quali il sistema bancario italiano, più esoso e vessatorio d’Europa, era solido, salvo il brusco risveglio del 23 novembre 2015 quando con un tratto di penna, sono stati cancellate con 4 banche mal vigilate, i sudati risparmi di intere vite di lavoro.

Oggi il ministro Padoan continua ad offendere i  risparmiatori truffati dalle banche e dall’omessa vigilanza di Bankitalia, scambiandoli per profughi siriani, bisognosi di aiuti umanitari, confondendo i sacrosanti diritti sanciti dalla Costituzione, specie all’art.47 che tutela il risparmio, con le elemosine di Stato.

L’intervento per gli obbligazionisti delle 4 banche in fase di salvataggio (Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti) «è una misura umanitaria volta a tutelare le fasce deboli dei risparmiatori, non ha nulla a che vedere con l’operazione finanziaria in quanto tale». Lo ha detto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ai giornalisti al termine dell’Ecofin.

«Il Governo – ha poi aggiunto – sta studiando misure a sostegno delle fasce deboli tra i risparmiatori interessati e sto tornando a Roma per dedicarmi a questo aspetto, i cui termini sono ancora da precisare». Il ministro ha detto che occorre separare gli aspetti, ovvero quello «umanitario» dall’operazione di salvataggio in quanto tale. L’aspetto umanitario «nulla ha a che fare con misure che potrebbero essere interpretate in contraddizione con la risoluzione», perché un intervento connesso al salvataggio «sarebbe in contrasto subito con la disciplina sugli aiuti di Stato». Quindi, la precisazione del ministro «i termini qualitativi di questa misura sono ancora da chiarire». L’idea, ha aggiunto «è riconoscere che un gruppo di cittadini è in difficoltà economica, e quindi è equivalente ad una misura di sostegno alla povertà e non interferisce con il meccanismo finanziario».

Adusbef e Federconsumatori, insistono chiedendo ancora una volta a Bankitalia di risarcire integralmente le vittime di omessa vigilanza, ed ai parlamentari di presentare un emendamento che imponga il risarcimento, con la copertura dalle riserve straordinarie di bankitalia pari adf oltere 20 miliardi di euro, secondo il principio di chi sbaglia deve pagare, invitano i bondholders ad andare in banca per verificare, genesi e natura dei Bond presenti nei propri portafogli titoli, per poter prevenire, nei 23 giorni che ci separano dal 1 gennaio 2015, l’esproprio criminale del risparmio con il meccanismo fraudolento del bail-in.

Anche per prevenire un eventuale panico agli sportelli bancari di cittadini/e che dopo aver sudato e fatto sacrifici per risparmiare, potrebbero vedersi espropriato i loro sudati risparmi, da provvedimenti criminali ideati dall’oligarchia finanziaria, Troika e Bce, per  addossare a correntisti e risparmiatori l’allegra gestione del credito e del risparmio e l’omessa vigilanza delle banche centrali

Fonte: comunicato Federconsumatori

Tag

Partecipa alla discussione